La chiesa può mettere a disposizione degli spazi aperti a tutti, nella più ampia libertà, dove l’identità cristiana si riveli come invito permanente all’apertura universale. Esattamente questo significa, infatti, l’aggettivo “cattolica” che qualifica la fede. Indica una passione per la totalità, una strada per la pienezza. Prospetta una chiesa esperta in umanità, simbolo della gratuità nelle relazioni. Attraverso uno spazio umanamente affabile e cordiale, mediante una regia attenta all’accoglienza e al luogo, si può coltivare l’amicizia e il legame affettivo. Si può così, in qualche modo, inserirsi nella lunga tradizione monastica, secondo la quale ogni ospite è Cristo, e sperimentare modelli di “monachesimo” laico per il terzo millennio.
La cura dell’accoglienza e la pratica della fraternità possono sviluppare il confronto e la ricerca, avviare percorsi di formazione, aprire case di accoglienza. Questi luoghi, offerti e animati dalla parrocchia, possono diventare eco e riflessione su ciò che avviene nel mondo. In parrocchia si possono promuovere incontri, attività, riflessioni, preghiere legate con le questioni che abitano la vita delle persone e le dinamiche sempre difficili e complesse dell’odierna vita familiare. Atelier per genitori, iniziative di cittadinanza attiva, forme alternative di mercato, educazione ecologica e alimentare, formazione all’impresa sociale, sono solo alcune delle infinite opportunità che si aprono. Oltre a essere luoghi di riflessione, queste case di accoglienza possono diventare spazi di solidarietà, dove s’impara a offrire il proprio aiuto e a contare gli uni sugli altri. La missione della chiesa richiede un alto livello di competenze che spesso solo dei laici possono avere, per l’attività professionale che svolgono.
I luoghi di accoglienza e di cura della vulnerabilità possono essere gli avamposti della ricerca di nuovi percorsi di civiltà e di testimonianza di fede. In questo servizio si generano tessuti di relazione fraterna e responsabile, si trasforma la paura in speranza, si assume il senso d’impotenza per superarlo e trasformarlo in energia dinamica, in resilienza. I credenti vi riconoscono il lavoro nascosto dello Spirito Santo.